Il Vinitaly delle 40 vendemmie della Barbera Passum

Il Vinitaly delle 40 vendemmie della Barbera Passum.

Sarà un 2015 con tante novità a Cascina Castlèt, l’azienda vinicola di Costigliole d’Asti, venticinque ettari di filari tra il Monferrato e la Langa di proprietà della vignaiola Mariuccia Borio. L’azienda si prepara alla trasferta veronese per Vinitaly dal 22 al 25 marzo. Lo stand è nel Padiglione 10 Piemonte.

I 40 ANNI DEL PASSUM. L’evento più importante in cantina sarà un anniversario: le 40 vendemmie del Passum, la grande Barbera d’Asti che viene prodotta selezionando accuratamente le uve. “La prima fu nel 1975 – racconta Mariuccia - quattro brente d’uva (2 ettolitri ndr): neanche 200 bottiglie. Uscirono di cantina dopo quattro anni, nel 1978. Ma le bevemmo quasi tutte prima dell’uscita” ricorda con un sorriso la vignaiola.  Qualcuna però c’è ancora, custodita nel “caveu” delle bottiglie importanti. “Grappolo per grappolo si selezionavano gli acini – continua – Nei primi anni mettevamo l’uva ad appassire nelle cassette di legno in casa, in una stanza riscaldata”. L’enologo era Armando Cordero. “Aveva lavorato in Valtellina – spiega Mariuccia – quando tornò voleva riprendere l’appassimento delle uve che già veniva fatto nella tradizione piemontese con l’Uvalino e la Barbera. I nostri vecchi mettevano le uve ad appassire sulle stagere dei bigat, i bachi da seta. Il Passum fu una sua idea. Al Castlèt trovò terreno fertile per realizzarlo: io volevo fare un vino importante con la Barbera”. All’inizio uscì come Barbera d’Asti, poi Mariuccia scelse di chiamarla Passum. Ancora oggi al Castlèt si selezionano le uve barbera nelle migliori posizioni. “Scegliamo l’uva migliore della vendemmia – dice l’enologo Giorgio Gozzellino - Nelle vendemmie non top non facciamo il Passum. La produzione è di circa 20 mila bottiglie. Lo amano soprattutto in Svizzera e nel Nord Europa”. Le prime bottiglie vennero etichettate a mano con fiocchetto e ceralacca. Poi la svolta nel 1983 con la mano di Giacomo Bersanetti che firma una delle più innovative etichette del vino. Rappresenta una P rossa stilizzata. Da subito l’etichetta del Passum rappresenta una rivoluzione nel design italiano delle etichette del vino. “Volevo un’etichetta unica e irripetibile. Giacomo mi capì al volo. Così nacque la P rossa del Passum” conferma la vignaiola di Costigliole, che è anche attiva nell’Associazione Donne del Vino del Piemonte. In autunno si aprono le celebrazioni per festeggiare i 40 anni del Passum: si comincia a Cheese, il salone Slow Food di Bra dedicato al formaggio, con una verticale in collaborazione con la Banca del Vino dell’Università di Pollenzo.

SOLIDARIETA’. Zainetti in dono a 250 bimbi dell’Ecuador per andare a scuola: è il regalo che Cascina Castlèt ha inviato al padre missionario Giovanni Onore. Da tanti anni Mariuccia Borio è legata da una profonda amicizia con padre Onore, missionario laureato in Agraria ed entomologo. E’ il “papà” del progetto Otonga che si propone di salvaguardare la foresta amazzonica dal disboscamento e di garantire ai bambini del posto la possibilità di studiare e un futuro dignitoso. Già in passato Cascina Castèt aveva finanziato delle borse di studio e contribuito all’acquisto di asini per i lavori agricoli.

EXPO 2015. La Barbera di Cascina Castlèt sarà all’Expo 2015 nel Padiglione gestito da Slow Food e dedicato alla Biodiversità, tema caro all’azienda.  La Barbera d’Asti Litina 2011 e il Passum 2009 accompagneranno i menù “buoni, puliti e giusti” dell’osteria Slow. Da anni, Cascina Castlèt sostiene il progetto Mille orti in Africa. Ha adottato l’orto di una scuola elementare in un piccolo villaggio del kenia.

L’AZIENDA. Cascina Castlèt ha 25 ettari di vigna. I vitigni coltivati sono: Barbera, Moscato, una piccola parte di Cabernet Sauvignon, Chardonnay e Uvalino.  Da anni Mariuccia Borio crede e scommette sulla terra e sulla ricerca, prima sui passiti, poi sull’Uvalino, un’uva antica e rara. I vini vengono bevuti in 15 Paesi esteri: l’export rappresenta l' 80% della produzione. L’azienda produce energia pulita con un impianto fotovoltaico e utilizza un moderno impianto di fitodepurazione naturale per gli scarti delle lavorazioni in cantina.