A Cheese il primo brindisi per le 40 vendemmie del Passum

A Cheese il primo brindisi per le 40 vendemmie del Passum.

A Cheese, il salone Slow Food di Bra (Cuneo) dedicato al formaggio, inizia la festa per le 40 vendemmie del Passum, la Barbera d’Asti che viene prodotta dall’azienda Cascina Castlèt di Costigliole d’Asti selezionando accuratamente le uve.

L’appuntamento è sabato 19 settembre, alle 16, alla Banca del Vino dell’Università Pollenzo: durante il laboratorio “Superciuk: storie di formaggi ubriachi”, la Barbera d’Asti Passum 2011 sarà abbinata al Baronerosso di Capra (casearia Carpenedo), un formaggio di capra a latte crudo affinato con le vinacce di Barbera d’Asti.

L’Aviè Moscato Passito 2009, premiato con l’Oscar della Douja d’or, sarà invece protagonista domani, venerdì 18 settembre (ore 16, sala IPC), con il pasticcere Giovanni Cavalleri, talento della pasticceria italiana. Lui proverà a spiegare l’uso del formaggio in pasticceria. L’Aviè sarà abbinato ai dolci che preparerà.

Per tutto Cheese, dal 18 al 21 settembre 2015, i vini di Cascina Castlèt saranno in degustazione all’Enoteca sotto al porticato di corso Garibaldi.

L’ingresso all’Enoteca è gratuito, i buoni per le degustazioni sono a pagamento.

I 40 ANNI DEL PASSUM. “La prima vendemmia fu nel 1975 – racconta Mariuccia - quattro brente d’uva (2 ettolitri ndr): neanche 200 bottiglie. Uscirono di cantina dopo quattro anni, nel 1978. Ma le bevemmo quasi tutte prima dell’uscita” ricorda con un sorriso la vignaiola.  Qualcuna però c’è ancora, custodita nel “caveu” delle bottiglie importanti. “Grappolo per grappolo si selezionavano gli acini – continua – Nei primi anni mettevamo l’uva ad appassire nelle cassette di legno in casa, in una stanza riscaldata”. L’enologo era Armando Cordero. “Aveva lavorato in Valtellina – spiega Mariuccia – quando tornò voleva riprendere l’appassimento delle uve che già veniva fatto nella tradizione piemontese con l’Uvalino e la Barbera. I nostri vecchi mettevano le uve ad appassire sulle stagere dei bigat, i bachi da seta. Il Passum fu una sua idea. Al Castlèt trovò terreno fertile per realizzarlo: io volevo fare un vino importante con la Barbera”. All’inizio uscì come Barbera d’Asti, poi Mariuccia scelse di chiamarla Passum. Ancora oggi al Castlèt si selezionano le uve barbera nelle migliori posizioni. “Scegliamo l’uva migliore della vendemmia – dice l’enologo Giorgio Gozzellino - Nelle vendemmie difficili non facciamo il Passum. La produzione è di circa 20 mila bottiglie. Lo amano soprattutto in Svizzera e nel Nord Europa”. Le prime bottiglie vennero etichettate a mano con fiocchetto e ceralacca. Poi la svolta nel 1983 con la mano di Giacomo Bersanetti che firma una delle più innovative etichette del vino. Rappresenta una P rossa stilizzata. Da subito l’etichetta del Passum rappresenta una rivoluzione nel design italiano delle etichette del vino. “Volevo un’etichetta unica e irripetibile. Giacomo mi capì al volo. Così nacque la P rossa del Passum” conferma la vignaiola di Costigliole, che è anche attiva nell’Associazione Donne del Vino del Piemonte.

L’AZIENDA. Cascina Castlèt ha 28 ettari di vigna. I vitigni coltivati sono: Barbera, Moscato, una piccola parte di Cabernet Sauvignon, Chardonnay e Uvalino.  Da anni Mariuccia Borio crede e scommette sulla terra e sulla ricerca, prima sui passiti, poi sull’Uvalino, un’uva antica e rara. I vini vengono bevuti in 15 Paesi esteri: l’export rappresenta l'80% della produzione. L’azienda produce energia pulita con un impianto fotovoltaico e utilizza un moderno impianto di fitodepurazione naturale per gli scarti delle lavorazioni in cantina.